2023 10 30 – L’eterno ritorno di Milano io ti ammazzerò
Ad
abundantiam cum ridondantiam.
Ed
un pelo di disgusto.
Per
la città del design della grana.
Il
verbo è del consumanesimo.
Mediolanense imperativo.
Fà così.
Nietzsche,
mica io.
In
uno spazio finito con un tempo infinito tutto tende a ripetersi.
Sembra un infinito effetto esposizione.
Quello
della pubblicità.
In
un carrello già pieno, senza tempo di scelta, tutto sarà colmo a ripetersi.
E’
proprio l’effetto esposizione con tutta la sua cavalleria a rinforzo.
Quella
del consumanesimo.
Che
strano, avrei detto.
Oggi
il consumatore è quello della civiltà dei consumi.
Ma
in realtà nella sua radice indoeuropea clientem pare vuol dire ascolto, porgo
orecchio, presto attenzione, do retta e solo infine obbedisco .
In
pratica se vuoi vendere qualcosa avevi bisogno di ascoltare.
Empatizzare.
Conquistare.
Mercanteggiare si, ma con arte.
Se
il prodotto già ce l’hai.
E
può essere anche un po’ meno che eccelso.
Nemico
del buono.
Tanto
nessuno percepisce eccessi di eccelsi.
Comunque
ribadisco che a me il consumanesimo fa cagare.
Bisogna
allora chiedersi cosa è un cliente.
Dal
latino cliens-nentis, che nentis non ho capito che vuol dire niente.
Ma
in pratica pare indichi chi pur godendo dello stato di libertà, si trovava tuttavia
in rapporto di dipendenza da un cittadino potente, il patrono.
Questa
l’ho già sentita.
Sembra
un antico detto di qualche steppa azera, o giù di li.
Ma devo ribaltare i rapporti di forza.
Tante
cose insieme sono l’anima del successo.
La
chiamano strategia.
Se
provate a metterle in fila una per volta crolla la magia.
Si
sgonfia la sinergia.
Non potete finire una cosa prima di iniziarne un’altra.
Dovete
muovervi a squadrone, mai squadrista.
Pur a costo d'energia.
E vabbè.
Considerazioni consumanesime.
---------Ma
in tutto ciò io non dovevo smettere di scrivere?
E’
che ho una mente incapace di fermarsi.
Capace
solo di spaziare nella neurosfera alla ricerca di sinapsi da attivare.
E
ricucire.
Un
rotore semantico capace poi di fare da centro di gravità per la mente.
Universale
e sempre acceso.
Obbligantemi
a metter in fila le parole in modo che diventino logos.
E
se pensate di conoscermi, ricordatevi la mia tradizionale massima.
Non
facciate gli psicologi se non siete manco logici.
Per
ciò che è un dono, miscredenti.
E
poi era tutta una scusa per ammazzare Milano.
Che senza mare fa troppo cagare.
Pure col suo immateriale disegnare.
Che di mare non fa odore.
-
Kalimmudda
ipsum dixit
Nessun commento:
Posta un commento