2024 01 03 - Porto l’armi.
All’armi.
Allarmi.
Voglio
fare una premessa.
I
miei postini non sono certo letteratura.
Ne
satira, né cultura.
Men
che meno informazione.
Forse
a volte tentata formazione
Ma
la realtà è che sono propaganda.
Dal
latino propagare e diffondere.
Contropropaganda,
per la precisione.
Spesso
iperbolici strumenti, perché l’iperbole resta impressa facilmente nella mente.
Bella
e funzionale la propaganda.
Il
problema è fermare l'Onda, dimostrazione
di storia fatta film, prima che monti in tsunami che ci affondi.
Da vedere anche quel sottile nazionale remake di sono tornato.
Comunque
adesso sono giorni di polemica fascista.
C’è
la storia del proiettile vagante.
Dicono
che è cronaca, che non si deve trattare di un caso politico.
Ma
come non è politica.
Certo
che è politica.
E’
un bollore di pensiero.
Da
stroncare perché sincero.
E
a me sembra proprio un tratto da fascista.
Se
leggete la storia delle dichiarazioni del progun
e pure oltre non potrete negare l’onda.
Poi
legittimato da uno Stato di governo di certo destro, sinistro ma non di
sinistra.
Lui
è pronto all’autodifesa, ha il porto d’armi e chissà quali altre armi.
Si
definisce un “reazionario” e da anni si professa favorevole al diritto dei
cittadini di armarsi per autodifesa.
"Ad
un certo punto della festa- è il racconto - ha tirato fuori una pistola per
farla vedere in giro. Era piccola, sembrava un accendino, e la poteva tenere
nel palmo di una mano".
Io
lo conosco quel pensiero.
Ce
l’avevo in famiglia.
Mio
padre ne aveva un fottio di armi vere.
Stavano
vicino ad una grande vetrina costruita apposta per esporre e celebrare capolavori di soldatini
di tutte le guerre.
C’erano
P38, 357, 44 magnum, altri calibri, shotgun, carabine, tra cui quelle delle fankokkole
.
Mai
armi automatiche, passione per quelle a tamburo, che non lasciano bossoli.
Cultura
della guerra, cultura del più forte, cultura del terrore, cultura delle armi.
Tra
guerre di colt e far west di famiglia.
Ovviamente
me le mostrava con orgoglio.
Una
sera degli anni del terrore tardò a rincasare che era già buio. Raccontò di un
aggressore che affrontò con psichico vigore. A pistola puntata lui disse che
non era carica. Quello confermò ma tirò fuori un coltello “che non si scarica
mai”. A quel punto mio padre estrasse la sua di P38 d’ordinanza privata, e “gli
sparai nel piede”.
Minchia
signor tenente.
Un’altra
volta lo vidi all’opera direttamente.
Fece
davvero il far west.
Centro
di Roma, due ragazzi col motorino cercano di scippare mia madre. Cade a terra
mentre lui corre fuori dalla macchina. Mica per aiutare mia madre per terra.
Gambe divaricate, mani puntate e fuoco. Sento ancora le urla dello scippatore :
“cazzo scappiamo, quello spara, mi ha preso”. Alla gamba per fortuna, e via
senza traccia di bossolo alcuna.
Hai capito l'apparente pacato sceriffo ingegnere.
Quando
morì mi potetti finalmente liberare di tutti quei bellissimi strumenti di morte,
ma dovetti fare prima il porto d’armi per la successione. Mi portarono al
poligono per insegnarmi a sparare. Mi diedero in mano una 44 da ispettore Eastwood,
dicendomi, divaricare le gambe, puntare a due mani che è più facile, inquadrare
nel mirino, espirare l’aria e….fuoco!
Tutti
centri trasaliti.
Non che ci voglia un genio, a tirare un grilletto.
Ma tu a quelli vagli
a spiegare che i centri erano all’anima delle lucertole delle kokkole di sopra.
Quindi
per concludere.
Io
l’onda la vedo limpida come un lago senza fango.
E
la rigetto.
Con
anarchico rispetto.
Mentre
ricordo quella incompatibilità tra il costituzionale ripudio della guerra ed
essere grande paese mondiale produttore di armi.
Kalimmudda
ipsum dixit
Addio Lugano bella storia
Addio Lugano bella all
stars
Ndr e riferimenti
La canzone
che canticchiava spesso mio padre, senza che io capissi mai da che lato stesse.
Propaganda della Accademia della Crusca.
https://www.treccani.it/enciclopedia/propaganda/
https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2024/01/02/i-post-pro-gun-del-deputato-fdi-difesa-con-armi_69f57683-a69e-41ca-a8b9-d0eeba1ac018.html
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