2024 03 10 – La setta dello sguardo rapace
Sono tornato nel
mio giardino.
Ricordi lontani da ingegnere, ragioniere, controllore.
Certi germogli mi si
rivelano.
Sono appena percettibili
ma io lo so che sono là.
Misuro con cura sbocciature
appena percepite.
Sto seguendo un
precetto ma mi chiedo una cosa.
Come fate a non vedere
la meraviglia.
Sta dentro in un
fiore come in una figlia.
Sta nelle parole
che la devono cogliere.
Sono parole di voci
antiche.
Si dicono tante cose
nel vestito da Kalimmudda .
Si dice che ci
vuole un cuore bambino per alleviare il peso di un’anima antica.
Si dice che ci
vuole la
meraviglia di bambino per rendere giustizia alle mirabilie del mondo.
Si dice che viaggiando
si impara che altri e opposti sono diversi e lontani solo prima di arrivare.
Si dice che viaggiare
può sembrare un io dell’andare, un delirio.
Si dice che non
abbiamo diritto di seminare un fastidioso ronzio di dolore per tutto l’universo.
Si dice che siamo
un’interferenza nel disegno creativo.
Si dice che l’universo chiede rispetto, come a qualsiasi suo rametto.
Si può dire
estinguiamoci che gli facciamo un favore.
Si può dire domani,
oggi ci stiamo ancora provando.
Si può dire che
quasi quasi fondo una setta, fondata su un precetto che il kalimmudda precetta.
Studia da
ingegnere, conta da ragioniere, misura da controllore, computa da calcolatore.
E osserva da
bambino.
Si dice che devi
conoscere tutto, ma non e’ vero se studi e osservi tornato bambino.
Si dice che però
devi sapere come funziona il tuo verso che non e’ mai diverso.
Si dice che devi
vedere la guerra perenne, fatta di mille piccoli gesti quotidiani.
Si dice che si combatte
al supermercato, al lavoro, in macchina, l’indifferenza, la cattiveria, così via.
Allora adesso basta
parole, voglio passare all’azione dei
fatti.
E’ deciso, e’ richiesto,
fonderemo la nostra setta.
La kalisetta.
Si dice che questa nuova kalisetta richieda upgrade cognitivo, e che sia pure utile a
qualcosa.
Ed allora ecco il
mio upgrade.
Studia da
ingegnere, conta da ragioniere, misura da controllore, computa da calcolatore.
E osserva da
bambino.
Se seguirete il
precetto davvero, otterrete “lo sguardo del rapace”.
Allenato a
riconoscere ogni minimo segno di pace.
Per sopravvivere
nella guerra quotidiana abbiamo bisogno di ricevere messaggi dal profondo
dell’anima del mondo.
Messaggi di pace spesso
fugaci e altrettanto spesso dissimulati.
L’anima del mondo è
un po’ preziosetta, proprio come richiesto a chi la dice sia setta.
Non è che sta
sempre lì a disposizione, come al supermercato.
Bisogna essere
allenati a guardare da lontano, e molto velocemente, il mondo che ci sfreccia
intorno.
Il bello supremo si
presenta in cose o momenti in apparenza insignificanti.
Se impareremo a
coglierlo sempre, ce ne nutriremo l’anima, e la vita ci scorrerà dentro più
fluida, non solo più piena.
Il bello supremo,
quello dell’anima del mondo, infatti ha una proprietà incredibile.
E’ come il
detersivo della lavapiatti al supermercato, quello del 5 in uno.
Ne basta una
capsula e si lavano fiumi e mari interi.
Ma bisogna imparare
a riconoscerlo.
Per farlo bisogna
seguire il precetto.
La regola di ogni
brava setta.
Lo so, sembrerà una
regola quantitativamente meccanicistica.
Ma non è così, ed è
fondata e provata.
Manca l’ultimo
precettino.
Quello che forse
con l’età non viene più naturale.
Osserva da bambino.
La meraviglia di
bambino rende giustizia alle mirabilie del creato, l’ho già scritto.
Ma come fate a non
vedere la meraviglia e a trattarla di malomodo.
Pazienza, la setta
ha il precetto.
Dovete ammirare o
vi espello reietti.
Kalimmudda ipsum
dixit
Ndr : Per la
meraviglia di foto e canzone ringraziate lo sguardo bambino di Daniela
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