2024 03 02 – Le scie delle parole
Mii che strazio quando scrivi di semplicità e viene fuori uno
psicodramma, il mio.
Ti senti San Giorgio contro il drago.
Avevo fatto la promessa di non ammorbare
di astrofisici pipponi già annidati sia
nel cielo che nei neuroni.
No a semantici rotori, niente centri di gravità per la mente; tanto parlano da soli.
E se ogni promessa è debito alla fine resta poco da dire, il
succo.
Resta una scia di parole come in coda alle comete.
Resta da spiegare come funzionano.
Le parole sono belle.
Le parole sono importanti
Le parole sono pesanti, per davvero.
Le parole sono mistero.
Nate come, vai a sapere.
Gutturale più vocale.
Stanno incise nel vinile.
Nella lingua universale.
E girano con la terra.
Azzeccate in neurosfera
Lasciano semi che a volte divennero antichi.
E’ a botte di passaggi che si poggiano in strati.
E più la uso più si fa pesante.
Diventando determinante.
Così facciamo un esempio.
Giusto una filastrocca da bambini cresciuti.
Giro giro tondo, casca il mondo, casca la terra, tutti a far la
guerra.
Mi sa che non era nata così, ma poi ci hanno messo lo zampino
malandrino ripetendola all’infinito.
Comunque, ogni giro del pianeta va in crescendo, e la parola
guerra si allarga nello spazio e nella mente.
Ed avendo il suo peso, risuona in vibrazioni di profezia che si
auto avvera.
Più la dai e più lei cresce con la forza a contrappeso del suo
opposto detto pace.
Se tutti pensassero alla pace, quella poi diventerebbe cosa.
Invece della Babele della guerra avremmo quella dell’amore.
Sodoma e Gomorra.
Dove vada l’evoluzione, chiedo aiuto al gran disegno.
Magistrale la figura, messa in coda, per cui chiedo permesso d' affresco all'autore.
Giro giro tondo, casca il mondo, casca la terra, tutti a far la
guerra.
Ancora.
Nel ridondo la guerra diventa un girone dantesco a forma di
piramide dell’intelletto.
Il girone dei guerreggianti guerrafondai.
Così girano i pensieri, si rinforzano guerrieri
Ogni giorno ed ogni anno da miliardi di orbitali.
Così cresce forte quello che era istinto di sopravvivenza.
Diventando solo voglia di appropriazione con violenza e bramosia
di potenza.
E’ ancestrale, è animale, é nell’uomo
E’ il bene e il male
E’l’evoluzione in atto.
Fanno così le parole umane.
E vale anche col pensiero.
Si ridondano e si atterrano mentre gira l’astroterra.
Ogni giorno ed ogni istante e’ una lotta degli opposti.
Si fa a strati la parola, si stratifica il pensiero.
E’ così che le parole diventano solido intelletto.
In scrittura sono ancora più potenti del verbo orale e del
pensiero cerebrale
E così vi insegnano a pregare ripetendo sempre le
stesse parole.
Lo sapevano già greci per cui la parola ed il pensare erano una cosa
sola.
Parolare tra gli opposti e’ dunque autoanalisi sia per l’uno che
per la coscienza collettiva.
E’ un dovere verso la neurosfera ed il creatore chicchessia.
E io che intendevo parlare di grafoterapia.
E sono finito in scia.
Kalimmudda ipsum dixit
Milano io ti ammazzerò di Chiara dello Iacovo fa ridere. Eccola.
Estemporanea prestazione ridarola. E poi su Milano e' vero
Nessun commento:
Posta un commento