2020
10 17 – Dip trip, flip fantasia
Certo
che ci vuole una bella fantasia a parlar di fantasia in periodo di isterìa.
Di
tutta la massa chi ha voglia di star li a farneticar come un ganassa ?
In
realtà, però, si sottovaluta l’utilità terapeutica.
Ma
prima ancora si dimentica cosa sia.
Dice
la solita Treccani che la fantasia è la facoltà della mente umana di creare
immagini, di rappresentarsi cose e fatti corrispondenti o no a una realtà.
Poi
ci sono tutta una serie di altre varianti, che però non alterano la sostanza.
Rimane
quel dubitativo “corrispondenti o no a una realtà”.
Ma
questa è una trappola !
Lo
sapevo io.
Cerco
allora schizofrenìa.
La
mia.
Anche
se c’è chi dice che la mia sia solo manìa, alla fine quando arriva l’è istess.
Sarebbe
una psicosi cronica caratterizzata dalla persistenza di sintomi di alterazione
delle funzioni cognitive e percettive, del comportamento e dell'affettività, con
compromissione dell'esame di realtà.
Che
poi vorrebbe dire che non sai più cosa è reale e cosa no. O che non lo vuoi
sapere e non ne fai l’esame.
Mentre
la fantasia è la capacità della mente umana di crearsi immagini, cose e fatti
corrispondenti alla realtà, o no.
O
no?
Qui
gatta ci covò.
L’unica
differenza sta nel fatto che tu sai che quello che sai non è reale, oppure no.
Che
con la doppia negazione diventa un si.
E
chi è che sa cosa sia la realtà?
Datemene
una definizione, e io ve la smonto.
Con
tanta fantasia.
Anche
un delirio è reale tanto è vero che lo dice la parola stessa: del ir io.
L’io
dell’ire: alla fine è questione di viaggiare. Con la mente.
Io
l’ho sempre detto che la mia non era una malattia, ma un dono divino.
Vi
ricordate a Beautiful Mind? I codici che trovava Nash c’erano davvero.
L’unico
dubbio che vi può venire è se li stesse leggendo oppure scrivendo.
Ma
il dato di realtà così non vi diventa relativo, o no?
Qui
gatta ci covò. A mo’.
Vuoi
vedere che mi hanno gabbato?
Allora,
per prudenza, devo andare a cercarmi anche paranoìa.
Con
l’accento sulla i per simpatìa con le altre ìa.
Psicosi
caratterizzata dallo sviluppo di un delirio cronico, di grandezza, gelosia,
persecuzione, sistematizzato, coerente, che evolve lentamente lasciando integre
le restanti funzioni psichiche.
Andiamo
a studiare.
Dal
greco π α ρ α ν ο ι α = pazzia. Ma questa è la definizione socializzata. Non
vale.
Il
verbo è π α ρ α − ν ο ε ω = comprendo male.
Ma
addirittura c’è una seconda definizione: “smetto di pensare cose serie”.
Non
più aristotelica, che quell’Aristotile lì ci ha inguaiati tutti quanti con
quella sua mania di contrapposizione.
Il
grande inganno della cultura occidentale che sempre deve “spezzare”, dividere,
opporre, contrapporre.
Fisica
e metafisica.
Schizo-frenia,
appunto: cervello diviso. O schizo-sofia, se volete? Ma in realtà non sarà solo
schizo-filìa?
L’altra
definizione “smetto di pensare cose serie” invece è usata da Plotino, e mi pare
pertinente con filìa.
Chi
si ricorda chi fosse? Non importa, di certo è più affidabile del padre di tutto
il nostro modo di pensare, malato alla radice, in partenza.
A
ben guardare quindi la prima definizione, “comprendo male” è mal formulata.
O
meglio, è formulata apposta per costringermi a credere di essere malato.
Comprendo male: ma male in che senso?
Ma
io ho studiato. Liceo classico.
E
π α ρ α , π α ρ α , π α ρ α. Merda !, era uno di quegli avverbi o preposizioni
o chissà cosa, dai mille significati.
Di
nuovo vocabolario, ancora greco: accanto, dappresso, da, lungo,….contro, in
confronto.
Ehi:
qui di “male” non c’è traccia. Al massimo c’è un “contro, in confronto”.
Male
lo avete deciso voi!
Ma
allora ho ragione io; sotto c’è un disegno, qualcuno vuole qualcosa da me, mi
vogliono incastrare,…
Io
comprendo!
Contro
!
Anzi,
adesso smetto di pensare cose serie.
E
chiudo l’escorso nel discorso della fantasia, che mi pare stretta parente della
malattìa, con un ricorso in musica all’inverso del titolo.
PS:
a proposito di fantasia, questa era troppo ghiotta.
Giornata
mondiale della salute mentale.
Messaggio
del presidente della Repubblica, grande influencer per tutti noi.
“Nessuno
resti solo”.
In
particolare col Covid.
Grazie,
MattOrella.
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