2020 10 19 – Apocalirus –
Prepatatevi
Voleva dire microeconomia
adattiva complessa.
Evoluzionaria e
Metagricola.
In estrema sintesi era un
modello replicabile di cellula economica, da finanziare da parte dei più
abbienti riposizionandosi dalla rendita finanziaria parassitaria ad un modello
microeconomico incentrato in principio su agricoltura avanzata, energie
rinnovabili, attività ricettive, servizi on line sia per beni fisici alimentari
che per prodotti dell’intelletto e altro ancora, in maniera che fosse tutto
sostenibile e territoriale. Ogni settore di attività era aperto anche a piccoli
terzi, altrimenti fuori dal mercato, che potevano beneficiarne commercialmente certificandosi secondo protocolli di qualità
ad hoc.
In più il finanziatore
non rischiava niente perché comperava tutti beni fisici tangibili e non
prodotti finanziari d’aria fritta. A partire dalla terra, da coltivare non più
a basso reddito, fino alle cascine diroccate da riconvertire a strutture
ricettive anche per eventi “da intelletto”. Musica, arte, letteratura, tutto
certificato e a catena corta e prezzo sorgente.
C’erano siti ad hoc per
ogni cosa
Un cardine era il microequity,
che ribattezzai Sanocapitale, ovvero una sorta di microcredito ma partecipante
al capitale di rischio senza chiedere interessi. L’erogatore aveva la garanzia
dei beni da finanziare che venivano concessi in comodato gratuito fino alla
produzione degli utili.
C’era bisogno di
attrezzature per un laboratorio di conserve ? Le comprava Evoluzionaria che poi
le concedeva in uso gratuito. In tal modo le restavano a garanzia fino a che
gli utili ne permettevano il ripagamento.
Era geniale. Era di
tutto. Rinnovabile, basilare, circolare, trasparente, territoriale, sociale
Quello che però più mi
preme, qui in periodo di virus, sono i presupposti da cui era nata.
Essenzialmente
l’insostenibilità dell’economia esistente e soprattutto la sua intrinseca
natura implosiva. Tutto è una bolla, alimentata dalla circolazione della moneta.
Prima o poi tutto sarebbe
scoppiato.
E allora…meglio avere da
mangiare.
C’era addirittura un ruscello con tanto di pozzo per l’acqua, e
con eolico e fotovoltaico diventavamo autarchici. Ma non immaginate una comune
di fricchettoni. Era tutto hi tech, intendendo anche “concettualmente” hi tech.
Il target erano i
benestanti, stufi di alimentare il circolo vizioso finanziario.
In sintesi con 5 milioni
di euro distratti dal parassitesimo capitalista, si finanziavano alcune decine
di attività, tra cui cascine e terreni, e si dava lavoro, senza l’indotto, ad
una quindicina, forse una ventina, di persone, tutte azioniste come in una
sorta di cooperativa.
Gli stipendi non
esistevano e ognuno era imprenditore di se stesso. Per mangiare doveva produrre
di modo da potere vendere. In attesa di vendere un quadro, zappava la terra.
Metaforicamente, che il primo acquisto in microequity per noi stessi fu un
bellissimo e modernissimo trattore.
Ma torniamo al presupposto.
Il mondo era talmente gonfio che sarebbe bastato un evento marginale per farlo
scoppiare. C’era stata la Lehman, i subprime: quale sarebbe stata la bomba
terminale?
Ricordo bene che
esemplificavo con quello che allora sembrava un paradosso.
Che succederebbe se gli
schiavi cinesi scioperassero per un mese e la produzione mondiale si fermasse
anche per un solo mese ? Il cartello di carte cadrebbe con un alito di vento
Oggi, guarda caso il Pil
si è fermato davvero.
E il mondo non gira più
come un criceto euforico, ma solo come un criceto isterico.
Il regime in Cina probabilmente
gli scioperanti li ridurrebbe in polpette, ma tenendo a mente Tienammen, da noi
forse anche no.
Almeno in principio.
A noi cosa credete che
succederebbe?
Il nostro piccolo sciopero
lo stiamo già avendo.
Lo chiamiamo locdaun.
Vuol dire clausura.
E comporta una serie di
passaggi di reazione a catena.
Blocco di produzione.
Contrazione del Pil
Disoccupazione
Fame
Rivolte sociali, vedrete.
Aiuti di Stato, mano
destra
Tasse, mano sinistra
Risparmio sparito
Borse azzerate
Debito pubblico…
E qui scoppia il casino
terminale.
Dicono che è sostenibile.
Ma chi se lo compera
questo nuovo debito ?
Devo stampare banconote,
che per chi non lo sapesse, sono un debito delle banche centrali.
Debito contro debito.
Ma non cambia niente, mi
serve sempre qualcuno che se lo comperi. O che lo accetti
I cinesi con gli incassi
dell’export, e senza tenere conto della loro oscura politica monetaria dello
yuan, stanno finanziando una parte di mondo. (gli USA in primis).
E intanto se ne stanno
comperando un’altra (l’Africa ad esempio).
Ma se è vero che hanno
1,5 miliardi di consumatori interni, non tutti sono “consumabili”.
E anche le loro riserve
finiranno, perché frazionali rispetto al mondo intero.
Allora a quel punto
dovranno razionarle, e la cosa più semplice da fare sarà stare alla finestra
aspettando che il virus scioperaio faccia la sua parte, per permettere loro di
comperarsi solo gioielli di famiglie e non interi Stati.
Vista così, quell’ipotesi
malsana che il virus sia nato nei loro laboratori non è più così malsana.
Anche se potrebbe
benissimo darsi che siano stati i russi,
o gli stessi americani, proprio per incolpare i cinesi, che nel frattempo in
effetti restano zitti e muti come pesci.
La genialità è nella
leggerezza.
Mica è arrivato un super
vaiolo.
Solo ‘na cosetta in
apparenza sostenibile.
Invece basta qualche
piccolo locdaun, mica un olocausto, e tutto il castello di carte si scioglie
come neve al sole.
Ora, tornando al debito.
Ci sono solo tre classi
di finanziatori di debito.
·
Gli altri stati, o metastati.
·
Le banche
·
I risparmiatori
I primi erano i cinesi e
ce li siamo giocati. Non si capisce perché dovrebbero salvarci. Per un po’ di
export che si possono fare comodamente a casa loro? E poi vale il discorso
dello shopping in attesa.
Tra i metastati ce anche
la nostra Ue’, che sembra tanto una locuzione napoletana: jamme jamme ‘ncoppa
jamme uè. Che noi speriamo sempre finisca a tarantella e vino.
I secondi sono ancora in
stato prefallimentare da un decennio almeno, senza via di uscita.
I terzi: restano sempre
loro. Il popolo
E poi c’è il coniglio dal
cilindro, in duplice versione.
Iperinflazione, che
svaluta il debito e distrugge il potere di acquisto, corollario di una politica
monetaria iperespansiva davvero. Elicottero da grano, per capirsi
O defaultone che lo
cancella tutto in un batter d’occhio.
Niente più risparmio, dal
singolo alla banca.
Tabula rasa.
La grande sòla,
gentilmente introdotta senza vaselina che porta tutti di qualche secolo
indietro.
Almeno uno.
E così ci ritroviamo in
economia di guerra davvero.
Sempre più poveri.
Fame.
Se la sfiga ci vede bene,
o almeno le condizioni sanitarie, ci manca che arrivi pure una carestia con
annessa seria epidemia da malnutrizione.
Malati ovunque che gli
ospedali non han più soldi.
Nessuno è immune, e
questa volta non parlo di virus.
Si salva chi ha la terra.
Perciò esorto al
prepatatevi.
La dieta del popolo in
tempo di guerra.
Anche se sappiate che le
patate a 3 euro al kilo saranno il vostro bene di lusso.
Costa molto meno la pasta
o il riso.
A meno che la grande
distribuzione sparisca e si finisca tutti a cercare la catena corta.
Allora il plusvalore
tornerà da chi lo ha creato.
In tempo di seconda
guerra mondiale si sfollava non solo per le bombe, ma anche perché in campagna
c’era da mangiare.
Era catena corta, alla
inversa, già quella.
Ma vi verrà la nausea,
perché dovrete ringraziare se mangerete sempre le stesse cose.
I miei non parlavano mai
della guerra. Ricordo solo un giorno che mio padre tornò a casa e mia madre
aveva preparato pasta e patate. Mio padre ci penso meno di un secondo, si alzò
e andò al ristorante. Solo anni dopo mi spiegò che dalla guerra non riusciva
più a digerirla. Psicosomìa.
Vi farete nuovi animali
da compagnia: dalle galline al maiale, tutti nutriti a granturco che avrete
solo se proprietari contadini. Praticamente i nanoneocapitalisti.
Ma almeno per il maiale
dovrete avere le palle per ammazzarlo, quindi non chiamatelo Fido.
Ovviamente ci sarà chi si
arricchirà.
Farmaceutiche,
speculatori, altre diavolerie capitalistiche.
Non sarà chi si poggerà
sul consumatore classico che non esisterà più.
Beh, almeno una buona
notizia.
Civiltà dei consumi :
kaput!
Allora io mi sto
preparando.
Dato che la MAC non la posso rifare, visto che non ho più il Sanocapitale, mi esercito a riempirmi di bei pensieri, immagini e ricordi, da conservare per l’abbisogna.
Faccio il vecchio, insomma.
Io ho avuto una via
meravigliosa, in cui tutto mi è stato concesso, dal materiale all’immateriale.
Soldi affetti e pazzia, nella sua magia, si sono
fatti compagnia.
Adesso seguo le notizie,
e so che il mio quadro è per lo meno plausibile.
Allora gironzolo in casa.
Nella mia bella casa
medioborghese che mi guardo e rimiro con terminale occhio piccoloborghese.
Penso che la società senza
classi probabilmente era quella mono classe.
Tutta una piccola
medioborghesia, dentro cui pure io, in continua crescita evolutiva che ripenso già con nostalgia.
Doveva ancora crescere,
era giovane.
La avranno uccisa.
E mi immagino in coda
alla Caritas per un piatto caldo, sperando che la Caritas sopravviva.
Una cosa mi fa terrore.
Ho paura di non avere più
i soldi per le medicine che fanno cagare.
Si chiamano fecalomi.
Ne sono soggetto.
Fanno un dolore atroce,
veramente un dolore da parto.
Allora mi crogiuolo nel
dilemma : vado alla Caritas o mi suicido d’inappetenza?
Mia madre lo ha fatto,
quindi è possibile.
Ma lei aveva fatto la
guerra.
Sembrava imborghesita, ma
la struttura era temprata.
Noi siamo rammolliti, di
balocco benessere farlocco.
Chi ci salverà?
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