2023 11 03 – Più forte. Preghiamo più forte. Yeah.
Non
vi sentono abbastanza.
Più
forte, come urlano ai concerti rock.
Questo
mondo è il migliore mai esistito, si dice e si crede.
Ferventi
assertori pullulano, germogliati e spuntati.
Mi
ci metto anche io, per quel che conta.
E
tutto concorre al bene.
Per
coloro che amano Dio.
Dice
San Paolo.
Sant’Agostino
ci mette anche il peccato, ho letto da qualche parte.
Ma
se tutto sembra concorrere al male ?
Non
mi fate fare il teologo.
Il
teologo di famiglia ce l’ho già.
E’
mio cugino.
Io
non ci capisco niente.
Ma
oggi di grandi monotei ce ne abbiamo almeno ben tre.
Una
strasantissima trinità.
Eppure
il credo vacilla.
E’
lui, il cugino, che mi disse una volta di ricordarmelo.
Che
il diavolo esiste davvero.
Ed è sempre in agguato e assetato.
Anche di guerra.
E
vabbè.
Divagazione
mistica.
Ma
come vabbè?
Ma
guardatevi intorno.
C’era
stato un ultimo grande profeta globale.
Ammonitore.
Era
il Covid.
Con
la forza del cagotto, che dell’umano fosse in atto il rigetto, ci aveva spinto
a tanti buoni propositi.
Tutti
svaniti lentamente nel mare delle buone intenzioni.
Di
cui come noto è lastricata la strada per l’inferno.
Così
ora ci troviamo in una stagione che appare sempre più quella di un infernale
inverno della ragione.
Allora
diventa sempre più faticoso restare fedele al credo iniziale.
Io
non sono capace di girarmi dall’altra parte nella mia trincea di comoda contemplazione.
O
meglio, lo faccio benissimo perché la realtà è che lo facciamo tutti per
genetica predisposizione al rimozionesimo.
Poverini,
come siamo fortunati, meglio a loro che a noi, et cetera.
Tutto
mi passa attraverso, certamente, ma passando si porta ogni volta via un
pezzetto.
E’
che io lo vedo il mondo perfetto.
E’
li, già pronto e a disposizione solo da fare.
Ma
poi arriva qualche satanasso e scopro che non ce l’ho io, l’asso.
E
allora?
Allora
preghiamo.
Come
preghiamo.
Tutto
qui?
Si.
E’
roba di fisica.
Un
amico un giorno mi disse che non pregava mai.
Gli
scoppiai a ridere in faccia.
Tutti
preghiamo continuamente.
Ogni
speranza è una preghiera.
E’
che nell’era del consumanesimo a pregare ci si vergogna.
Troppa
appropriazione, poca contemplazione.
Ma
allora se non vi piace una ave Maria, fatevela voi la vostra preghiera di
forza.
Che
vi indigni e vi commuova.
Con
i fremiti di amore.
Non
rimozionate il dolore per paura.
La
vostra preghiera resta incisa nell’anima del mondo come in una traccia di
vinile.
E
arriva, arriva, eccome se arriva.
A
ricacciare il satanasso nel suo mondo non perfetto.
Quindi
più forte!
Non
vi sento!
Più
forte!
Minchia
se sono stato mistico.
Speriamo
che non mi ricoverino.
Per
sicurezza preciserò che il profeta non volevo essere io.
O forse solo un pochino.
Ripartiamo
dalla salutare strizza Covid.
E questa è una preghiera.
Rap.
Yeah,
yo, bro.
Kalimmudda
ipsum dixit
La meravigliosa preghiera
del Cherubini
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