2023 11 02 –La Pace dei gemelli
Sotto
la buona stella del cielo nascono tre gemelli.
Senza
l’aiuto del cielo vengono separati alla nascita.
Uno
si ritrova in una delle 60 terre di guerra che ci sono al mondo.
Uno
si ritrova in un mondo più giusto di umile ma dignitosa povertà.
Uno
si ritrova nell’opulenza della civiltà del consumanesimo.
Crescono.
Il
primo sviluppa un talento per la rabbia e la violenza.
Il
secondo riceve aiuto adottivo e impara a costruirsi una scuola.
Il
terzo ozia e sguazza nel vizio senza nemmeno saperlo riconoscere.
Il
primo diventa combattente guerriero.
Il
secondo diventa seminatore agricoltore.
Il
terzo diventa servo del suo essere mietitore profittatore.
Un
giorno la buona stella diventa novella
E
decide di farli incontrare.
Per
fare loro raccontare tra loro le storie ricevute.
Io
sono un grande guerriero e combatto il male.
Io
sono un grande ricco e consumo piacere.
Tra
i due estremi si fa timido avanti il secondo per terzo.
Io
non ho i vostri forza e talenti.
Io
ho solo imparato a coltivare angurie.
E’
faticoso.
L’orto
è grande e bisogna irrigarlo a mano.
Scaviamo
un nuovo pozzo di vari metri e poi ogni settimana daccapo.
Ma
un giorno a Dio piacendo, dopo la scuola ci hanno pure donato l’irrigazione.
Insciallah.
Si
è liberato tempo e adesso possiamo anche andarci, a scuola.
In
bicicletta o a piedi.
E
facciamo tante altre cose che abbiamo imparato.
Tipo
cosa, chiedono gli altri due.
Tipo
fare il formaggio, il miele, le angurie.
Cose
così.
Da
gente umile e modesta.
Ma
dignitosa.
A
volte sbagliamo, come quando nell’orto abbiamo piantato le angurie.
Ma
poi abbiamo scoperto che di fianco a noi coltivava angurie la famiglia del più
grande proprietario terriero della zona.
E
ci siamo vergognati della nostra umiltà.
E
abbiamo mangiato noi le angurie per tante settimane.
Il
primo pensa che li avrebbe uccisi tutti.
Il
terzo calcolava a mente i profitti.
Il
secondo interviene di nuovo.
Ma
poi la nostra buona stella ci ha mandato un signore.
Che
ci ha insegnato quello che non sapevamo per non vergognarci.
Era
proprio quello che serviva a noi.
Non
che serviva a lui.
Infatti
ci salutò al verbo di sono servo vostro.
Figuratevi
che ci ha lasciato anche un aggeggio tecnologico per chiamarlo in caso di dubbi
tipo d’angurie.
E
come si chiamava questo gran signore, chiedono gli altri due?
Ha
detto che non importa il nome delle stelle.
Sono
tutte firmamento.
E
poi ha detto che però se proprio volevamo, la nostra buona stella potevamo
chiamarla Pace
Kalimmudda
ipsum dixit
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