2023 11 06 – Oye como me falta el Pandino
Ieri
niente di nuovo.
Solo
la solita gente che muore.
Morti
ammazzati.
Morti
di fame.
Morti
di curabili malattie.
Il
solito clima feroce.
I
soliti poveri per incuria occidentale.
Insomma,
il solito mondo impazzito.
Tuttapposto,
si fa per dire.
Zitti
nella loro idiozia pure i fasisti.
Risparmiamo
parole per pregare.
Ho
nostalgia di come eravamo.
E
rimpianto per chi siamo diventati
Comunque.
Non
lo pensavo possibile.
Oramai
e’ più rara di una scoiattola antica.
Di
cui invece oggi Milano ne è piena
Allora
forse tornerà pure l’era della sostanza.
Auspico
un movimento per il ripopolamento.
Ripopoliamoci
d’essenza.
Catalitica, meglio elettrica.
Di
principio attivo
Ieri l’ho vista.
Specie
in via di estinzione.
La
Panda.
Un
pianale, un motore, una scatola di lamiera, le ruotine, un cruscotto che pareva
a candele.
E
dei sedili che infliggevano cilicee punizioni.
Bella.
Rosso
Ferrari.
Da
poesia del vorrei ma non posso.
Rigorosa,
sobria, austera.
Pregna
di proto design.
Manco
una concessione di curva.
A
sottolinearne la natura essenziale.
Praticamente
cubista, nel senso di cubo, non di ballerina e nemmeno di artista.
Cubica
come palazzi del blocco orientale.
Non
che io disprezzi il design.
Anzi
trovo che l’umana ricerca della bellezza divina sia nella sua essenziale
natura.
Il
mondo sarà sempre più neurosfericamente immateriale.
Traducendo
il pensiero in ogni trovata d’arte curvatamente varia.
Per
questo bisogna ricordarsi di rispettare i principi di base.
Un’
automobile è fatta per muoversi.
Tanti
accessori e curvati dettagli cromati sono comunque il superfluo.
La
Panda era solo un’automobile.
Senza
bisogno di curve e storture, ma solo dritture.
Mentre
oggi si viaggia in astronavi.
Bombate
proprio piene di quel superfluo.
Seppur
con un gps, bella trovata pur se di satelliti costata.
E’
l’età, lo so bene.
Ma
a me me falta la Panda.
La
compravano in tutto il mondo.
Era
un orgoglio nazionale.
Austera
si, ma abbordabile per tutti.
Le
usavamo anche da noi, con tanti pandisti ad aggiustare la rete dei telefoni
altrettanto cubisti.
Me
falta, in spagnolo.
Forse
è nostalgia di quando le macchine noi le facevamo e vendevamo nel mondo.
Ed
in Espana eravamo noi i conquistadores.
E
adesso in che cosa siamo campioni?
Meid
in Italy
Nel
tratteggiare disegni.
Da
mutande alla moda a grattacieli in pendenza.
Sono
sempre incerto se la civiltà del design e del superfluo sia cosmesi dal cosmo.
O
decadenza consumanista.
Ma
in fondo chissenefrega.
Oye
como me falta el pandino.
Ma
forse era solo una scusa.
Giusta
per l’essenziale.
Un
Santana riciclante di Puente da decenni.
Oye
: come va ?
Non
frega.
Vamos
a bailar.
Per dimenticar.
Kalimmudda
ipsum dixit
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