sabato 4 novembre 2023

2023 11 04 – Il paradiso dell’arca a vela

2023 11 04 – Il paradiso dell’arca a vela

 

L’uomo indugiò in contemplazione.

Poi considerò la situazione.

Ne concluse che non era messo bene.

Pure fedele al suo credo lo stesso era esposto a troppe crepe.

Non si può reggere con un dito la tela di incrinature di una diga che cede.

Non più di quanto possa un solo colibrì spegnere un incendio con l’acqua nel becco.

Qua mi conviene pensare a come prepararmi al peggio.

Gli venne in mente di costruire un’arca.

A vela.

Su cui caricare un campionario di creato.

Da traslocare su un altro mondo.

Da rifare migliore.

Costruì l’arca, la caricò di creazione e si mise ad aspettare.

Era una arca a vela, su cui aspettare il vento giusto.

Fu un giorno di gran maestrale e onde maestose che decise il momento.

L’arca partì al galoppo dei flutti e lanciò la sua vela maestra.

Prese a volare risucchiata dal cielo.

Fino a che il progetto si rivelò in mutazione.

Raggiunta la quota, richiuse ogni oblò.

E uscì via dall’aria.

Nello spazio celeste.

Navigandoci a vela.

Non trovò resistenze, ma vide meraviglie.

La terra vista da lassù era una biglia azzurra silenziosa.

Ma egli sapeva che dentro era tutta un’altra cosa.

Si commosse fremendo di addii.

E si accinse a navigare all’altrove.

Nel silenzio che risuona infinito, sentì d’improvviso un coro di voci.

L’anima del mondo gli chiese dove pensasse di andare.

Con dolcezza e fermezza lo ammonì silenziosa.

Non è questo il tuo posto.

Devi tornare ad aggiustare e pregare.

Il paradiso che cerchi, ce l’hai dentro ed in terra.

Devi insegnare a pregare più forte.

Fino a che le voci del torto diventin distorte.

Contempla con occhi di infante,

la meraviglia che vi venne donata.

Non è tempo per scappare.

Torna a casa a lottare.

E' questo il tuo paradiso.

Lo puoi fare in molti modi.

Pensieri, parole, opere, azioni e pure omissioni.

Tutte preghiere da ricordare.

Per continuare a pregare e invocare.

Noi ti ascoltiamo e noi ti aiutiamo.

Ma tu resta ad aggiustare i difetti.

L’uomo trasalì all’udir tanta grazia.

Si prese paura ma poi gli passò.

Troppo potenti eran state le voci.

Passate attraverso ogni sorta di intralci.

Giravolta dell’arca.

E si accinse ad aggiustare.

Con un ultimo moto di stizza.

Rivolto a quei senza strizza.

Si, ma che cazzo.

Sempre a me tocca fare il pazzo.

 

Kalimmudda ipsum dixit

Io lo so che non sono solo

Misericordia, che contemplazione!



 

 

  

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