2021 05 08 – Il cuore aperto del pnrr
Con tutto il suo bell’amato ontolink di cloeconomie, il Kalimmudda non si voleva proprio arrendere.
Il banchiere iscariota era troppo.
E quello stridulìo sublimìneo, dìfolta,
dìfolta, non lo poteva proprio sopportare.
Si poteva prevenire, eccome.
Erano cento venti anni che ci si preparava.
O molti di più, in effetti.
Dal principio del principio, in realtà.
Invece già vedeva i moti di piazza.
Gli vennero in mente quelli dei decenni,
secoli, passati.
Per anni era rimasto affascinato dalle
rivoluzioni.
Ma aveva constatato che fanno sempre male.
Poi aveva evoluto verso la sua concezione
di revoluzione, perenne.
Tutte quelle volte che l’umanità sembrava
sul punto di spiccare il volo.
Ma poi inesorabilmente si inciampava
addosso.
O almeno così sembrava ai più, sempre
propensi a pesare i meno, meno i più accumulati.
Bisogno di appropriazione, l’istinto di conservazione,
in una costante fame di altro che pur li aveva portati li.
Sempre tra l’orlo del baratro e il volo da
vertigine.
Il Kalimmudda ben la vedeva la serie di
salti di pozza in pozza fino al fiume dell’oggidì.
Verze e patate.
Petrolio e carbonio.
Fabbriche e proletari.
Consumi e monete.
Profitti e danari.
Monete e banchieri.
Inframmezzati da rivoluzioni, guerre,
depressioni, pure tutto cresceva, migliorava, progrediva.
Con una mostruosa capacità di annichilirsi
con un semplice colpo di spugna.
Come i bambini coi giocattoli.
Ma anche di creare e costruire.
E stavolta doveva essere quella buona.
C’era qualcosa nell’aria.
Oltre a quella pena di pippa di
virus,
seppur durato troppo poco per potere ridondare una traccia di vinile già
solcata fino all’infinito.
Era tra il monito e l’illuminazione.
Una iniziazione di massa.
Una iniezione di frenìa pervasa.
Nella
neurosfera.
Now or
never again.
Alcuni dissero che la singolarità era
vicina.
Ci fecero anche delle universià dedicate.
E intanto….
Kalimmudda capì.
L’iscariota s’avea da converti’.
Meno neuro, che nemmeno esisteva ancora, più
pane, vero e metaforéo
C’era chi lo aveva fatto il convertendo.
Ma mica quello solo.
Milioni di milioni, come salami scherniti,
e invece della revoluzione motori.
Alla fine per questione di cultura.
Ecco.
L’iscariota andava acculturato.
Pur se grati per tutta la massa monetaria
messa in circolo, questa doveva diventare neuro.
Moneta intelligente, misurata in joule
forse, come quel profeta di moneta
cybratto
Sovversione.
Ci voleva la sovversione.
Che mica vuol necessariamente dire
violenta.
Dai due euri per due pani si doveva
rieducare all’un pane per un neuro.
Casa e norma.
Eco nomia.
O forse meglio politica dell’economia
Quello che il Kalimmudda parafrasava era
la sciensa del portafoglio della sciura Pia.
In sintesi, efficiente uso di risorse.
Vuol dire tutto.
Equo, sostenibile, ecologico, circolare.
E’ solo questione di come si calcola.
E se ne agisce la ridistribuzione.
Il profitto, oggidì sovra proficuo giovamento
oblivio di troppe esternevolezze
Nato dal bisogno di accumulare da
ancestrale istinto di sopravvivenza, oggi va mediato.
Per guadagnarci tutti.
La revoluzione delle farfalle di sopramezzo,
l’aveva chiamata nelle sue sofìe. ReFaSo.
Refaso tutto, questa era l’occasione.
Non senza classi, dunque, ma un rigoroso e
regolare travaso in una sola classe.
Del mezzo.
Meglio distribuita attorno alla normale
gaussiana.
Il Kalimmudda si ricordò di quando si definiva
misura.
Computatore del processo di revoluzione continua.
Perenne.
Decise che questo era un momento di salto
evolutivo, e bisognava saltare bene.
E ritenne di dovere partire per
l’acculturare.
Ormai uso all’essere schernito e
abbeccato, eppure obbligato dalla canoscenza a lui rivelatasi.
Per spiegare, insegnare, educare e
preparare alla grandeure richiesta dal momento.
Ma il soprammezzo restava anormale.
Felice delle sue piccole riconquiste.
Un popolo da un caffè per il mio regno.
Fino a che arrivò la divina pernacchia.
Era giunta l’ora del pnrr.
Ultimo treno per malati di protagonsimo.
Individui avulsi dalla massa.
Avevano percepito, per legge, di dovere
comunicare.
Ma non avevano comunicato con l’essenza.
Con la neurosfera, l’anime del mondo, Dio,
il tutto.
Fate un po’ voi.
Non erano synfisici, troppo fieri di un
caffè per vedere oltre.
E la cultura restava mercimonio, in tante
spezzature per nulla syn.
Non qualcosa di messo in comune al
servizio comune.
Il Kalimmudda ricordò allora che l‘intelletto
era il vero iscariota.
Ci voleva l’amore, quello gratuito senza
neuri.
Si, agapò.
Intelletto traditore, che amòr curi
dottore.
E l’amore era gravità, con energia.
Si ricordò ancora della sua teneramente donatagli
rivelazione della synfisica.
Per amore, per amore, tutto è sempre stato
solo per amore.
La metafisica presente in ogni cosa.
Che fattasi, o essendosi, bellezza,
avrebbe curato i mali del mondo.
Ma decise di non divagare
E si presentò dal draghetto stellato.
Da bravo banchiere aveva recepito la legge
del rendimento, ma non quella dell’amore.
Comunicare, si.
Basta che costi poco e renda tanto.
Ovvio.
Ma non aveva previsto il canale con
l’essenza.
Memorie passate presenti e future.
Anime, singole e mundi, neurosfere,
inconscio collettivo.
E il conscio a seguire.
Tutto istèss, incisione in gravitone come
in un disco di vinile dove tutto era scritto e vivo.
Per amore.
Un portale.
Voleva fare un portale.
Uh signùr.
Eh no, draghetto caro.
Non mi serve la lista della spesa.
Mi serve canoscenza, quella intrisa di
benpensare, senza retropensare.
Mi serve l’autostrada dell’amore, diffuso in
interconnessione pervasa.
E come si fa?
Va bene fare i piani.
E poi le opere.
Si pecca in pensieri, parole, opere e
omissioni
Ma si vola con pensieri, parole, opere e
missioni.
Oh.
Questa è manifestazione d’amòr che move il
sole, come i cuori.
La missione ha da essere la crescita della
coscienza collettiva.
Je devi da dare appartenenza, orgoglio,
conoscenza, si.
Con tanta bellezza.
Bello l’evento al colosseo.
Bella la riqualificazione del borgo
medioevale,
Bella la presentazione della piantagione
eolica.
Ma è sempre mercimonio.
Roba tua, indebito appropriatore inappco, non
mia.
Ma lo Stato sono io.
E poi diciamola tutta.
Quando comunicate rompete i coglioni e
basta.
Fate allora un vero piano di istruzione colturale
trasversale che ce lo spieghi questo pnrr.
Con le visioni per generazioni.
Ma con l’anima dell’amore, non con i
numeri della spesa.
Comunicazione, formazione,
intrattenimento, racconto, immagini, musiche, arti, mestieri.
Il pnrr come punto di svolta.
Non un arrivo ma una nuova partenza.
Allora si che potrete parlare di
ricostruzione.
Ricostruzione del pensiero collettivo e
pure del suo inconscio.
Che tutti restano incisi nella neurosfera.
Uno di quei momenti epocali in cui “salta”
l’evoluzione.
Un cambio di paradigma è in corso, dunque.
O potrebbe esserlo.
Ecco cosa sentiva nell’aria il Kalimmudda
da dovere difendere contro le forze di regresso
Verso la civiltà dell’intelletto diffuso
d’amore pervaso.
Ma niente esclusiva di conferenze stampa e
notizie Ansia-
Per la carità.
Pensava più a cose tipo streaming in fieri
live h 24 e sette, per dire che vi si concedan pure due tette.
Come un bel dì crescemmo guardando quattro
gambe.
Giochi social, ma belli.
Costruisci più della tua città: fai il tuo
libero stato mondo ideale.
Università in realtà virtuale, dritta nel
sublimine.
Ricerca a pioggia.
Allora si che avrai preso la strada per
fare il salto.
Dalla comunicazione passiva alla cultura
proattiva.
Draghetto, perché ricordi il portale e non
la radiotelevisione di stato in convergenza?
E’ una potenza.
Ci si costruiscono i paesi con la tv, non
ricordi?
Ci si fanno anche crollare imperi d’utopia.
I poveri soviet annichiliti da un big mac.
Sarà mica un appalto truccato.
Facci delle fiction, invece.
Dei giochi a premio intelligenti.
Dei cartoni animati illuminanti.
Dei festival.
Dei format.
Pregni dell’intelletto di cui siamo prìncipi.
Fai un modello a cappello di storytelling,
mannaggia all’inglese.
Crea un filo conduttore che racchiuda
tutto ‘sto pnrr nella visione che ci vendi.
Poi li vendi in tutto il mondo, i format,
arimannaggia.
Lo fanno già, ma non in tv di quà, che poi
noi ce li hamm’accattà.
Ma non siamo l’aristocrazia della cultura
mondiale?
Saremo capaci di fare meglio del centesimo
portale sovrapposto agli altri.
Burocrazia amministrativa e buropazzia
comunicativa.
Devi diffondere l’appartenenza diffusa al
nuovo sogno.
Transizione verde
Transizione digitale
Crescita intelligente, sostenibile e
inclusiva
Coesione sociale e territoriale
Salute e resilienza economica, sociale e
istituzionale
Politiche per le nuove generazioni,
l’infanzia e i giovani
E alla fine cosa è che viene fuori, a
parte il Paese “più moderno”
Lo Stato senza mercato, pensa quanta
bellezza d’utopìa antica
Ma meglio ancora, si può fare di più: il
mercato dello Stato.
Utomìa d’economìa.
Ti sei solo dimenticato di esplicitare la
redistribuzione dei redditi.
Ma comunque.
Ci dovresti fare un libretto rosso, per un
reimprinting neurale generale.
Ma ti prego non ridurre tutto alla lista
della spesa di quanto hai speso.
Non mi basta sapere nemmeno quanto rende,
mentre sarei curioso di mafie e tangenti.
Tutti vogliono sapere a che serve e a chi.
Perché Tav si e Seregno Milano no.
Devi dircelo con amore, dritto da dentro
il cuore.
E’ l’ora della revoluzione della crana.
Magari l’ultima luna.
Esci di banca e fatti una fila alla
Caritas.
Vedi dove trovi più virtus.
E inventati il cerotto da vulnus.
Alla fine è questa la synfisica.
Civiltà dell’intelletto diffuso, d’amore
pervaso.
Ma ve lo spiego un’altra volta.
Mi è importante rammentare i miei cari 8 metatipi psicologici (292 2223)
1. Proletario rabbia
in prole
2. Borghese sol
pretese
3. Bambinello
meraviglia
4. Spezzatino da
macello
5. Ignoranti pure
inappchi
6. Satanassi quegli
antichi.
7. Lestofanti quei
banchieri
8. Sacripanti come
chiosa.
Ecco.
Sacripanti.
Siate sacripanti.
Non ci bastano i banchieri.
Li chiamavano statisti.
Erano politici .
Derivato da πολίτης «cittadino»
Preposti alla guida di un governo paese
verso una visione.
Ma guidati dalla sciensa d’economìa della
sciura Pìa.
Ma ci si nasce o lo si diventa così?
Nel dubbio, e beninteso, vedete di non
sputtanarvelo il pnrr.
Già lo spacciate per tanto, ma non lo è e
ne sono affranto.
Altrimenti preparatevi al grande brrr.
Quel sommesso tremore denso di infrasuoni
come di un branco di efelanti al galoppo.
Cattivi, sovversivi, invasivi, perchè
vivi.
Al
barrìto di dìfolti, dìfolti tu non capirai che la loro lingua tonale ti starà
dicendo che quando il banchiere iscariota incontra il branco d’idiota, si
riparte da dietro il loro vixi, behind their iron curtain,
Con
tanta utopìa come sinfonìa di voluzione in rì.
Senza
più rè.
Kalimmudda ipsum dixit
Ci sono due versioni dello stesso argomento.
RispondiElimina1. Una più lirica e riferita alla mia personale ontologia creata negli anni, forse di scrittura più schizofrenica. “il cuore aperto del pnrr”
2. L’altra più pratica e operativa, in apparenza più sintetica ma in realtà non credo più lucida. “PNRC”
a) https://cloeconomie.blogspot.com/2021/05/2021-05-08-lettera-aperta-dal.html
b) https://cloeconomie.blogspot.com/2021/05/2021-05-08-pnrc-piano-nazionale-di.html
Penso siano entrambe utili a chiarire con meno confusione cosa succede.
E cosa dovrebbe succedere.