lunedì 17 maggio 2021

2021 05 17 - La meraviglia del bambino rapace - New deal

2021 05 17 - La meraviglia del bambino rapace

 

Questo è, in estrema sintesi, la Revoluzione Perenne.

La costante ricerca e riconoscimento di possibili alternative per fare meglio qualcosa che già si fa o che non si fa ancora.

E’ quindi Evoluzione a tutti gli effetti.

Frazionata in miriadi di componenti di base e sottodinamiche dominanti.

E ciò perché riguarda tutte le componenti di ogni  sistema adattivo complesso di base a sua volta costituente ulteriori più grandi sistemi adattivi complessi, i quali infine comporranno il Tutto.

Ognuna di esse cercherà, calcolerà, l’utilità di ogni “Altra via” che progressivamente le si manifesti o di cui abbia bisogno.

L’Evoluzione, infatti, è sempre al lavoro.

Sempre alla ricerca, in ultima istanza, di una migliore allocazione di energia.

La Revoluzione Perenne è consustanziale ad ogni singola componente parte del  tutto.

Se il mondo che conosciamo oggi è il migliore mai esistito, lo dobbiamo a “miliardi alla miliardi” di singole parti infinitesimali, piccole o grandi, che ci hanno lavorato, calcolando cosa fare nel miglior modo possibile.

Non esiste nessun singolo evento risolutivo.

Men che meno l’uomo è risolutivo.

Esiste solo il calcolo.

Esiste solo l’avanzamento.

Esiste solo l’ evoluzione, o forse meglio, il cambiamento.

Di ogni sua componente e delle interconnessioni con il tutto.

Esiste solo la dinamica dominante principe, che è appunto la Revoluzione Perenne.

 

La regola della Revoluzione Perenne

Diciamo che questa è una filosofia di vita.

O almeno, parte di una filosofia di vita.

L'arte della guerra è roba da bambini in confronto a quello che ci serve oggi.

“Quando ti muovi sii rapido come il vento, maestoso come la foresta, avido come il fuoco, incrollabile come la montagna.”

Caro Sun Tzu, sono precetti buoni nel 5° secolo avanti Cristo.

Oggi è diverso.

Quella di oggi è una guerra perenne, fatta di mille piccoli gesti quotidiani.

Si deve combattere al supermercato, al lavoro, in macchina, l’indifferenza, la cattiveria, e così via.

Qua ci vuole un upgrade, e che sia pure utile a qualcosa.

Ed allora ecco il mio upgrade.

 

Lo sguardo del rapace

Se seguirete il precetto, otterrete “lo sguardo del rapace”.

Allenato a riconoscere ogni minimo segno di pace.

E’ una citazione.

E funziona bene.

Per sopravvivere nella guerra quotidiana abbiamo bisogno di ricevere messaggi dal profondo dell’anima del mondo, che poi è l’inconscio, e il conscio, collettivo che verosimilmente sono quelli che io chiamo neurosfera.

Vogliamo i messaggi di pace, appunto, che ci servono per potere raccogliere le forze e perseverare nella revoluzione perenne degli aggiustamenti marginali progressivi.

Abbiamo bisogno del premio.

E dacci oggi il nostro premio quotidiano.

Ma i messaggi di pace sono spesso fugaci e altrettanto spesso dissimulati.

L’anima del mondo è un po’ preziosetta.

Non è che sta sempre li a disposizione, come al supermercato.

E spunta a casaccio apparente, un po’ qua un po’la

Bisogna essere allenati a guardare da lontano, e molto velocemente, il mondo che ci sfreccia intorno., conoscendolo e riconoscendolo come sa fare un rapace.

Un’aquila astigmatica, ad esempio.

Il bello supremo, il grande bello, si presenta in cose o momenti anche in apparenza insignificanti.

Se impareremo a coglierlo sempre, ce ne nutriremo l’anima, e la vita ci scorrerà dentro più fluida, non solo più piena.

Il bello supremo, quello del tocco dell’anima del mondo, infatti ha una proprietà incredibile in cui è come il detersivo della lavapiatti al supermercato: 5 in uno

Ne basta una pillola e si neutralizzano vagonate di brutture.

Ma bisogna imparare a riconoscerlo.

Ad ammetterne quel brivido fugace.

Per farlo bisogna seguire il precetto.

La regola.

Lo so, sembrerà una regola quantitativamente meccanicistica.

Ma non è così, ed è fondata e provata..

 

Studia da ingegnere

Bisogna imparare a capire come funzionano le “cose”.

Tutte le cose, grandi o piccole, singole o complesse.

Tutto ha un suo ethos, un suo paradigma di comportamento.

Una macchina, una società, un mercato, una persona, un animale.

Come se fossimo ingegneri, dobbiamo chiederci continuamente come mai qualsiasi cosa sia come è.

Cosa è che la rende tale.

Solo così ne conosceremo l’anima, l’essenza.

E la riconosceremo sempre.

E solo così sapremo come fare a rispettarla lasciandola come è, o addirittura a migliorarla o a usarla a nostro favore.

O, infine a riconoscere ciò che anima non è.

I cosiddetti malfunzionamenti dell’essenza.

 

Conta da ragioniere

La matematica è un linguaggio.

In quanto tale descrive qualcosa e non è quel qualcosa, ma posso garantire che funziona.

E che a tutto si può assegnare una proprietà numerica.

Se si riesce a non confondere quella proprietà numerica con la cosa che sto contando, riuscirò ad attribuire a tale cosa il suo alterego quantitativo.

Il quale mi servirà a stabilire se la detta cosa sia grande o piccola.

Pensate a come può funzionare bene con le preoccupazioni, ad esempio.

Se le analizzo, e ne conto l’importanza, spesso mi accorgo che sono più fastidi che problemi.

 

Misura da controllore

Al tempo stesso tutte le “cose” sono correlate.

Il fatto di sapere che una preoccupazione sia grande o piccola mi serve se la metto nel contesto in cui si trova.

Avere un pugno di riso da mangiare, ha una diversa rilevanza a seconda che debba bastare per una giornata solo a me, oppure che sia la razione di cinque figli per una settimana.

Questa è l’arte del controller, che è quella con cui si assommano tutti i conti del ragioniere e tutte le conoscenze funzionali dell’ingegnere, per ottenere un “business plan” completo.

Vale anche per la vita di ognuno di noi.

I business plan non sono solo numerici e aziendali. E nemmeno solo previsionali.

Ce ne sono di funzionali.

Li facciamo continuamente, ma non ce ne rendiamo conto.

Se sappiamo come funzionano le cose che ci riguardano, se le abbiamo contate e se ci caliamo nel contesto in cui si trovano, ecco che possiamo misurare loro e infine anche la nostra vita e non solo.

 

Computa da calcolatore.

I funzionamenti, i conti e le misure sono calati in una realtà variabile, a volte anche molto velocemente.

A questo serve calcolare continuamente: si riaggiornano i risultati del business plan.

E infine si adegua la nostra vita creando visioni e previsioni sul futuro e controllandole in corsa.

Tutti siamo costantemente impegnati nella previsione del nostro futuro, ma prima ancora nella “visione”, o rappresentazione, dell’esistente. E spesso lo facciamo bene. Soprattutto se conosciamo i funzionamenti, i conti e le misure.

Ma non è ne veggenza ne preveggenza esoterica.

E’ computazione, è calcolo.

 

L’esempio empirico per San Tommaso

Pensate a dovere attraversare una strada trafficata.

Il semaforo è verde ma diventa subito rosso e voi decidete di volere attraversare lo stesso.

Il vostro ingegnere sa come funziona il traffico : da due direzioni opposte arrivano sciami di macchine.

Il vostro ragioniere sa quante macchine ci sono : le ha contate.

Il vostro ragioniere fa anche di più. Sa che le macchine vanno ad una certa velocità, la misura ad occhio.

E il vostro controller fa il vostro business plan : le macchine mi raggiungono in x secondi.

Quindi, il vostro calcolatore fa il suo lavoro e vi dice: devi attraversare in x -1 secondi.

Ad un tratto mentre state per attraversare, spunta una macchina in sorpasso.

Contate che va più veloce delle altre.

Allora rimisurate distanza e velocità e il risultato è che dovreste attraversare in x-5 secondi invece di x-1.

Computate, e capite che il business plan va riaggiornato.

Anzi lo riaggiornate mentre computate, perché il cervello umano è un dono straordinario, pieno pure di neuroni fatti apposta per contare.

Se attraversate alla vostra velocità, che conoscete perché la contate sempre, sarete investiti.

Computazione veloce, e risultato del business plan : venite schiacciati come una cotoletta.

Quindi ricalcolate e : non attraversate.

Ecco, avete appena predetto il futuro.

E lo avete anche cambiato.

Non siete morti di quella morte che sarebbe stata certa se non aveste seguito il “paradigma ingegnere, ragioniere, controllore, calcolatore”.

E tutto perché la regola vi aveva addestrato a riconoscere le cose con il fugace sguardo del rapace.

Immaginate ora di disporre di un cervellone, come si dice in gergo.

E di potere elaborare contemporaneamente una montagna di informazioni in input, ma anche di scenari di output, i quali ad esempio cambiano anche solo a seconda di come inserisco gli input, non solo a seconda di quali siano questi input.

Otterrete l’oracolo di Delfi

Il grande divinatore.

Ma, prima ancora, il grande conoscitore.

Oggi con qualche principio simile ci fanno le reti neurali.

Ma ne passerà di tempo prima che arrivino allo sguardo del rapace.

 

I lampi di pace

Tutto questo sproloquio è per ribadire il concetto iniziale .

Se vi allenate con il paradigma, arriverete ad un punto in cui padroneggerete molte cose come padroneggiate il funzionamento e la velocità del traffico.

Le riconoscerete “ad occhio”.

E a quel punto riconoscerete istintivamente anche singoli lampi che le attraversano.

Possiamo metterla in termini più semplici

Bisogna solo tenere il cervello sempre in funzione.

E allenato alla flessibilità, alla rimisurazione e alla rimodulazione, oltre che alla continua osservazione con ingenui occhi vergini di bambino.

Tanto i passaggi del paradigma li fa lui da solo.

E’ fatto apposta.

Tenendolo allenato, o meglio allertato a fare quel mestiere li, saprà riconoscere da solo “ogni minimo segno di pace”, come dicevamo all’inizio.

Ogni lampo di anima del mondo.

E tutto sarà più leggero.

Perché io posso garantire una cosa: quando l’occhio del rapace inizierà a funzionare, vi ritroverete frequentemente a sorridere sapendo che non siete soli.

E che l’anima del mondo, o Dio se preferite, non solo è sempre con voi.

Ma anche, che vi parla in mille modi.

 

Osserva da bambino

La regola non è finita.

Manca l’ultimo precetto.

Quello che forse con le rigide concrezioni neurali dell’età viene meno naturale.

Ma il più importante.

La meraviglia di bambino rende giustizia alle mirabilie del creato.

La bellezza in purezza.

Anche nelle cose reputate negative c’è spesso dell’incredibile.

Tra queste cose, incredibili e no, io ne ho riconosciute e descritte alcune.

Cercatene ovunque anche voi.

Vedrete che ne sarete ripagati.



 

 

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