giovedì 20 maggio 2021

2021 05 20 – Siamo nati per morire, mortacci

 2021 05 20 – Siamo nati per morire, mortacci

 Ieri guardavo uno di quei programmi di attualità con gli ospiti.

Tutti uguali, tutti contro, tutti con qualcosa da dire, pur di farsi vedere.

Gli unici dignitosi erano le persone comuni, oscillanti tra chi era felice di potersi fare l’aperifè, e chi era ancora disperato perché l’aperifè non lo poteva vendere a nessuno, pur se vaccinato.

Un ristoratore nascondeva la voce rotta di emozione di pianto dietro la mascherina.

Mi sono commosso anche io, che di certo non amo la categoria dei ristoratori spacciatori di aperifè.

So, I have a dream.

Don’t mind thinking, if there is no thinking in your mind.

Ma vanno guardati.

Non cambiare canale vi serve  per la vostra private investigation socio antropologica che documenti il qualunquismo ideativo imperante.

E’ davvero insopportabile questa rincorsa alla notizia vaccinale.

C’è addirittura quel count-up che ti dice quanti vaccinati al secondo ci sono in più.

E tutti dietro a inseguire, perché ci hanno detto di farlo.

Una campagna talmente battente che nemmeno il primo  gran libero pensatore che vi venga in mente riuscirebbe a resisterle.

Effetto esposizione, sarebbe per un pubblicitario.

Eppure, poi, nemmeno una pubblicità progresso a ciclo continuo.

E questo strano approccio libertario : vaccino, pecorino, caprino, purchè volontario

E intanto litigano.

Dibattiti vaccìni,

O meglio dire pecorini.

Nessuno fuori dal coro, correre verso l’immunità di gregge è l’imperativo più che categorico.

Panegorico.

Panegirico.

Intanto dietro la cortina vaccinale, adesso non è più questione di morti de virus, ma è l’ora delli mortacci de fame.

Era annunciato.

E non abbiamo ancora visto niente.

Mentre viaggiano rivolte, ma non ancora a casa nostra. Non ancora.

Allora io voglio dire che mi riscopro fortemente provac, certo.

Col culo degli altri.

In realtà rimoziono in novac, che tra l’altro sarebbe un bel nome per uno di questi vaccini così innovativi.

Roba genetica, anche, scoperta in così poco tempo, senza sapere l’effetto che fa, che sui geni diciamo di sapere tutto, tranne l’interazione tra miriadi di fattori.

Roba che non si sa quanto dura. Magari tra 6 mesi è obsoleta o esaurita,

Si parla di richiami annui, come per i cani, ma magari ne servono due per la ventura variante di maremma, notoriamente maiala.

Roba che ha la scadenza come lo yogurt, dopo la quale non è più ricotta, ma si suicida da sé.

Che garantiscono non abbia effetti collaterali, un po’ come fecero con il talidomìde.

E tutto per il solitò aperifè.

Per fare riprendere a girare l’economia.

Che, per la carità, certo che è la priorità, lo dico dal principio, quando ancora speravo in alternanza con la cura.

Ma ve lo dice uno che non ha la macchina, non va in vacanza, non compra vestiti, mangia discount.

E tutto per una perversa forma di resistenza all’esproprio del mio plusvalore, che è mio e me lo gestisco io.

Intanto a mio dispetto, gira quella del vaccino, di economia.

Si sono inventati un mercato da un centinaio di miliardi annui almeno solo di dosi, e indotto ulteriore.

Se diventano annui hanno fatto il botto.

Adesso non voglio essere frainteso.

Fate il vaccino.

Così io posso continuare a essere provac ma a bastian contrariare novac.

Fate attenzione che non voglio dire di fare l’untore.

Io posso fare il novac perché, non esco mai di casa, e se lo faccio lo faccio per 30 minuti attorno al mio isolato e sono coscenzioso di maschere e gel.

Chi non può lo deve fare, in modo che raggiunti i 40 milioni di cavie, io possa decidere cosa fare, senza cultura del terrore seminata a condizionarmi come la famosa cavia nella ruota.

Non voglio quindi dire di non fare il vaccino.

Abbiamo sconfitto malattie ben più gravi del corona con i vaccini.

Ma forse non tutti ricordano che a inizio 900, in piena rivoluzione industriale e relativo bisogno di energia, dopo il carbone c’era già il succedaneo petrolio.

Ma l’elettricità, sperimentata da tanti geniali scienziati, era già una alternativa al petrolio.

Ma il mondo intero scelse il petrolio, quello che oggi un secolo dopo grida alla rivoluzione verde, e non per caso.

Oggi abbiamo scelto il vaccino.

Ma l’alternativa da cercare esisteva.

Era la cura.

In fondo si trattava di scoprire un antibiotico, mica l’origine del big bang.

La penicillina, no?

Ma quanto vale una dose di vaccino con tutta la sua filiera, rispetto ad un pillola da qualche centesimo?

Sono dietrologo?

Sempre.

Per natura.

Io mi fido degli uomini.

E’ del diavolo che c’è in loro che non mi fido.

All’anima delli mortacci mia.

 

Post scriptum

Vorrei ricordare infine questo.

Siamo nati per morire.

In quel perverso ciclo che alcuni, me incluso, ritengono catartico, o autarchico, dell’anima.

E ancora oggi si muore più di tumori, e cuori, che del Covid, che rimane una emergenza in gestione, ma rientrerà tra la cause di morte marginali quando ci sarà la cura.

E’ questa la vera resilienza, la capacità di reagire mantenendoci specie dominante.

Più forte di noi solo il tumore, affascinante e potentissima giovane forma di vita, che ancora nessuno sa come evolverà.

Ma lo farà con tanto amore.

Magari anche per il suo host, noi.

E noi sempre in bilico tra cure e vaccini.

 

 



 

 

 

 

 

Nessun commento:

Posta un commento