2024 03 26 – A mia figlia liberata
Ieri
è stata una giornata molto intensa.
Piena
di sobbalzi ed emozioni di ricordi e di visioni.
Quanto
odio c’è in quel “mia” che si usa normalmente.
Eri
una figlia, oggi sei una donna.
Non
sei mia né di nessuno, ma appartieni solo a te stessa.
Lo
so, ti senti sola contro il mondo.
Senza
mamma, senza papà, in un’altra città, senza amici dell’infanzia che sono quelli
che rimangono
Sola
con dei surrogati che non potranno mai essere la stessa cosa.
Ma
una cosa che pochi hanno tu ce l’hai.
Alla
tua giovane età forse ti sembra poca cosa.
Ma
è la base per crescere e sbagliare, e così per imparare.
Imparare
a conoscerti, a seguire i tuoi desideri, i tuoi pensieri, che magari oggi non
conosci, ma che un giorno scoprirai essere quelli veri.
Hai
potuto e saputo capire da sola che non volevi fare il medico e perché.
Hai
potuto riprovarci più volte, e così hai scoperto il pregio d’essere testarda.
Capa
tosta si, ma mica scema, ti sei portata in economia per gli sbocchi che ti
dava.
Non
è tempo perso.
E’
tempo impiegato a capire chi sei tu.
E
cosa è il mondo.
E
arriviamo alla rivoltante, seppur privilegiata, storia dell’importanza dei
soldi che tutti vogliono e non sono mai abbastanza.
Tu
sei educata come sei, grazie agli sforzi di mamma, degli zii e miei.
Io,
sempre presente magari a tua insaputa, mi metto per ultimo, dopo la tua maturità.
Ma
ero sempre là, a guardare per non disturbare il tuo mondo in cui non ero
gradito e di certo ero un peso.
Ma
sono io che ho ponderato per anni e quindi voluto lasciarti libera di vivere e
sbagliare per capire cosa sentire, e cosa e chi essere.
Stai
tranquilla quindi, i conti li ho già fatti mille volte io, come so che hai
fatto tu.
Perdonate
se li cito, è volgare lo so bene, ma puntualizzo per chiarezza di chi non
sapesse di che parliamo.
Sei
partita con un cinque e rotti.
Tra
cinque anni avrai la metà della partenza.
Oltre
ad un po’ di mattoni.
A
quel punto lavorerai come fanno tutti e come ho fatto anche io per una vita.
Magari
in maniere incomprensibili ha chi non ha la stessa possibilità di scelta per
fare cosa è giusto.
E
non solo cosa ti dà più soldi.
Ho
fatto cose che mi sembrava giusto fare per rendere utile il privilegio che
avevo ricevuto.
Poi
ti dicono che non hanno funzionato?
Ma
chi lo dice dovrebbe chiedersi se per caso qualcuna di quelle idee non stia
girando nell’aria.
E
non solo quanti soldi abbiamo in banca.
Io
vorrei che tu fossi sicura di te, della tua intelligenza e della forza che gli
eventi ti hanno fatto sviluppare.
Il
tuo muscolo del cuore pompa forte, più di altri.
E
io sono orgoglioso dei tuoi tentativi che battono e sbattono al ritmo della
vita.
Se
non vieni compresa, tu capatosta insisti, come so che fai sempre.
E
se ti sconforti e pensi a mamma, dammi retta e ascolta musica e parole di due
canzoni meravigliose.
Vedrai
che le loro vibrazioni ti arriveranno nell’anima.
Io
ci piango ogni volta.
Piangi
libera anche tu.
Il
mondo è tuo.
Non
avere paura di fare sì che ti assomigli.
Tira
dritto, lascia correre chi ti invidia o non ti apprezza.
E’
un problema suo e così sia, non fare sì che diventi tuo.
Le
anime di tutte le mamme del mondo sono con te.
Anche
se ti chiedi santa madre, dove sei.
E
poi ci sono pure io.
Valà.
Che
vedo in te tutta la luce dell’amore che ti voglio.
E
che come te ho sempre inseguito nell’approvazione degli altri.
Per
poi scoprire che non era li.
Ma
era dentro di me.
Ti
voglio tanto bene, che forse spesso sfugge che vuol dire voglio tanto bene per
te, ovvero il tuo bene.
Tutto
il bene che c’è.
Dappertutto
attorno a te.
Per
te.
Tanta
roba!
Tuo
papà.
Claudio.
PS:
dimenticavo le canzoni!
Ma
voglio la promessa che guardi e ascolti le parole.
E
poi messaggiami pure se non è vero che funzionano.
Let it be, lascia correre, così sia
Tous les couleurs de l’arc en terre pour
Vittoria
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